Cara Depre, ti scrivo….

Photo by Aaron Burden on Unsplash

Cara Depressione, posso chiamarti Depre? Siamo amiche da 3 anni ormai, basta con le formalita’! Sono contenta che tu te ne sia finalmente andata, era chiaro che non avevamo piu’ nulla da dirci. Pero’ e’ stato comunque difficile lasciarci.

Ti ricordi la prima volta che ci siamo incontrate? Come ci odiavamo! Quante incomprensioni……Io avevo bisogno di te e non lo sapevo. Tu stavi sulle palle un po’ a tutti, con il tuo modo di fare cupo e quell’alone di tristezza che ti porti sempre dietro. Che poi, all’inizio mica ti avevo riconosciuta. Era tutto un : ” Oh ma che e’? Bo, forse stress? Mah, mi pare solo un periodo difficile, quante storie”. Invece eri tu! La VIP della mia vita, la Guest Star del mio personale talk show. Ti sembrera’ strano, ma dopo averti tanto odiata ho imparato ad accettarti. Si, perche’ tu mi hai insegnato ad ascoltarmi, a cogliere i segnali che il mio corpo mi manda. “Stop, semaforo rosso, non lo vedi?” Non lo vedevo! Ci sei voluta tu, che mi hai schiacciata a terra perche’ mi fermassi. Ecco, diciamo che hai dei modi un po’ bruschi, se vuoi un consiglio prova ad avere piu’ tatto e la gente ti capira’ di piu’. Il tuo intento e’ nobile. Tu vuoi salvare chi non vede il burrone e ci cammina a passo spedito. Vuoi placcare chi corre verso il vuoto e dirgli “Ma non vedi come stai? Non senti come ti fa male qui, nel petto? Fermati. Ascoltati, amati, guarisciti, abbi cura di te”.

Pero’ te lo devo dire, questo tuo metodo non funziona sempre. A volte fai solo danni, peggiori le cose. A volte e’ difficile riconoscerti e di conseguenza, essere aiutati. Io sono stata fortunata, ho lasciato che tu esplodessi violentemente nella mia vita, ho lasciato che mi plasmassi a tuo piacere. Ma la piu’ grande fortuna e’ stata avere intorno a me persone che lo hanno notato, che TI hanno notata. Grazie al cielo sono stata debole nel momento giusto. Debole mentre tutti guardavano, mi hanno vista crollare e mi hanno tirata su.

Ora penso a tutte quelle persone che ti conoscono, ti lasciano entrare nella loro mente, ma poi purtroppo sono deboli da sole, senza un abbraccio, senza un sostegno. Deboli di nascosto, perche’ la vita non si puo’ fermare, la societa’ nemmeno, il lavoro non ne parliamo. Deboli, ma solo dietro la porta chiusa del bagno, perche’ magari sono genitori, magari hanno una famiglia da mandare avanti. Penso a loro, alla loro sfortuna. Non ci sono colpe, ne’ per chi sta male ne’ per chi non si accorge che quella persona sta soffrendo, non e’ colpa di nessuno, e’ solo sfiga. E’ questione di essere al posto giusto nel momento giusto.

Ma penso anche che forse, un pochino, le cose potrebbero cambiare. Potremmo imparare a riconoscerti negli altri, cosi saremmo pronti ad aiutare prima che sia troppo tardi. Forse, se le persone riuscissero a parlare di te, Depre, senza fare facce strane, senza confonderti con una para mentale che poi passa o con un momento brutto, se smettessero di pensarti come un fallimento o una cosa di cui vergognarsi……. ” Vedi quello che ha tutto, cos’ha da essere triste? che viziato, che ingrato…” Se…..

Depre, cara Depre, come lo spieghiamo a sto’ mondo che dire a chi e’ depresso ” Va be ma pure tu pero’, dai prova a reagire!” e’ come dire a uno con le gambe rotte “Mado’, ma sei pigro eh, ma fatteli due passi”. E’ difficile spiegare, ed e’ difficile capire.

Ora che ti guardo da lontano, io ti ringrazio per avermi devastato la vita. Mi hai costretta a uscire allo scoperto, non potevo piu’ ignorare me stessa e il mio dolore, non lo potevo nascondere piu’.

Ma se ti scrivo oggi non e’ solo per me, ma per chi sta’ male ancora. Per chi non si sente libero di mostrarsi debole, che e’ un diritto sacrosanto. Per chi deve fingere, ignorarti e poi perde il controllo dei suoi pensieri ed e’ troppo tardi per uscirne. Voglio essere la voce di chi non riesce a gridare aiuto, perche’ si sente minuscolo, le parole si fermano in gola e spera solo che qualcuno senta il suo dolore e vada li a tendere una mano.

Siamo nel 2020 e io ho un grande desiderio per quest’anno. Vorrei smantellare i pregiudizi su di te, vorrei poter dire che sei stata nella mia vita senza sentirmi giudicata o etichettata. Auguro a chiunque ti incontri di essere fortunato come me e di capire che non sei la fine, ma un campanello d’allarme da prendere sul serio e da mostrare a chi amiamo, per essere aiutati a tornare piu’ forti di prima.

Ti volevo anche dire che a me le cose vanno benone adesso. Sto imparando a perdonarmi e ad essere fiera di cio’ che ho passato. E’ un processo lento e faticoso, ma io non mollo. Ti mando tanti cari saluti e non preoccuparti di rispondere, va bene cosi’.

Addio, cara Depressione, a mai piu’ risentirci.

Con affetto, ma non troppo

Una fallita qualunque.

2 pensieri riguardo “Cara Depre, ti scrivo….

Lascia un commento

Progetta un sito come questo con WordPress.com
Comincia ora